Avete mai sentito parlare di Google AD Grants?
Si tratta della versione di Google ADS dedicata alle onlus e alle associazioni non profit; Google mette a disposizione un budget mensile piuttosto corposo che può essere speso attraverso gli annunci pubblicitari di Google Ads per promuovere iniziative non profit quali il reclutamento donatori, la raccolta fondi o trovare volontari.
Stiamo parlando di un budget di 10mila dollari spendibile nell’arco di un mese e questo vale per ciascun mese dell’anno (per un totale di 120mila dollari annui). Ma vediamo più nel dettaglio questa interessante e generosa opportunità alla portata di molte attività senza scopo di lucro.
In apparenza Google Ad Grants non differisce dagli altri annunci sulla rete di ricerca di semplici attività commerciali a pagamento, tuttavia ci sono delle regole molto stringenti da rispettare se si vuole accedere a questo programma.
Intanto non tutte le non profit possono ottenere questo importante credito da Google, l’associazione deve essere idonea, possedere un sito web di qualità e soddisfare gli standard qualitativi stabiliti.
Ci sono poi una serie di criteri concordati ad hoc per la creazione di campagne non profit di altissima qualità, ecco di seguito alcune delle linee guida principali da rispettare se si vuole avviare una campagna Google AD Grants:
– Partiamo intanto con il dire che è possibile solo effettuare campagne su rete di ricerca Google e quindi non si possono utilizzare altre tipologie di campagne come video, display o app.
– Gli annunci di Google AD Grants verranno visualizzati subito al di sotto degli annunci a pagamento.
– Per garantire la massima pertinenza tra keyword, annunci e pagina di destinazione, non è consentito inserire parole chiave composte da un unico termine o parole troppo generiche o infine parole che hanno un punteggio di qualità inferiore a 3.
– Il sito web, di proprietà della onlus deve: mostrare contenuti di qualità elevata, descrivere la mission dell’organizzazione e tutte le sue attività, deve inoltre avere un protocollo https e caricarsi molto velocemente, infine il sito non può ospitare pubblicità di Google Adsense o affiliati.
– E’ necessario rispettare anche regole relative alla struttura dell’account, infatti ciascuna campagna deve contenere almeno due gruppi di annunci e due estensioni sitelink uniche.
– Nel monitoraggio dei risultati è necessario che a livello di account si mantenga un CTR del 5%.
– Infine è obbligatorio impostare un obiettivo di conversione e generare almeno una conversione al mese.
Questa è a grandi linee una panoramica su Google Ad Grants che (dati di Google) dal 2003 ha assegnato oltre 10 miliardi di dollari in pubblicità a più di 115.000 organizzazioni non profit in 51 paesi.
Ora vi racconto invece la mia personalissima esperienza.
Intorno al mese di aprile ho cominciato ad occuparmi di questa associazione con il programma Google Ad Grants. Ho da subito riscontrato numerose difficoltà, in primis la totale mancanza di preparazione da parte degli operatori di assistenza Google che si sono improvvisati in consigli inutili ammettendo loro stessi una certa ignoranza in materia ed indirizzandomi ai tutorial relativi a Google Ad Grants che già sapevo a memoria.
Che non ci sia un servizio di assistenza dedicato con operatori preparati in materia lo trovo una grossa pecca da parte del colosso di Mountain View.
Ma passiamo al clou del problema che ho avuto, nonostante io abbia applicato tutte le regole per l’approvazione dell’account e per l’idoneità della campagna, il programma Google AD Grants non è mai riuscito veramente a decollare.
Cosa significa?
Significa che si Google mi mette a disposizione ben diecimila dollari al mese ma poi in effetti non mi permette di spenderli.
Mi spiego meglio: la mia campagna risulta idonea e rispetta tutte le regole imposte da Google, il targeting geografico punta su tutta l’Italia in quanto l’associazione che seguo opera a livello nazionale e le parole chiave che ho inserito (parliamo di più di 30 parole chiave) hanno buoni volumi di ricerca medie mensili e sono tutte pertinenti all’attività svolta dalla onlus.
Eppure, con la mia campagna copro meno del 10% del volume di ricerche effettuate dagli utenti e nessun operatore Google è stato in grado di darmi una spiegazione del perché questa campagna non riesca a raccogliere più di 30 click al mese!
Nonostante tutti i miei tentativi di migliorare la campagna e qualche piccolo escamotage, questa campagna a oggi ha speso poco più di 45 dollari in quasi 3 mesi di attività!
A questo punto avevo una sola cosa da fare, ovvero tentare la prova del 9, creare un duplicato esatto della campagna Google AD Grants in un semplice account Google ADS pagante, riportare le stesse impostazioni, annunci identici, estensioni uguali e stesse parole chiave e verificarne l’andamento per alcuni giorni.
Secondo voi com’è andata?
Ve lo dico io, non solo ho consumato tutto il mio budget giornaliero ma ho raccolto circa 170 visite al sito web in 4 giorni (contro le 30 al mese di Google AD Grants!)
Magari sono giunta ad una conclusione affrettata e sbagliata ma credo proprio che il sistema Google AD Grants sia come una macchina che corre con il freno a mano tirato, perché si Google vuole aiutare le onlus e si vuole tutto il ritorno sull’investimento in termini di immagine e marketing sociale ma se lo può fare senza effettivamente spendere tutti i famosi diecimila dollari al mese che mette a disposizione, perché non farlo?
Certo questa è solo la mia limitata e breve esperienza e se tu onlus o agenzia hai invece casi di successo “reali” con Google AD Grants sarò felicissima di essere confutata… e magari potrai anche darmi qualche dritta su come far decollare veramente questa campagna.
Ma se anche tu associazione non profit, sei riuscita ad ottenere l’approvazione per questo fantastico e generoso programma, hai rispettato tutte le regole imposte da Google sia per la onlus che per la struttura dell’account… eppure nonostante tutto raccogli poco o niente in termini di visibilità e non spendi il budget che Google ti sta mettendo a disposizione ma anzi stai spendendo tempo e risorse per una iniziativa che non ti sta portando alcun vantaggio, allora fammelo fallo sapere perché anche se Google è un colosso intoccabile e non sarà certo questo articolo che ne farà tremare le fondamenta, è giusto e doveroso denunciare una simile ingiustizia!
Scritto da Simona Venafro